Inverno e malanni di stagione: l’alimentazione come difesa per cani e gatti

Siamo nel pieno dell’inverno, il freddo è intenso in molte regioni d’Italia e si registrano picchi di casi di influenza.
E i nostri amici a quattro zampe quali rischi corrono? Possono essere soggetti a malanni stagionali? Ci sono accorgimenti che possiamo adottare, soprattutto dal punto di vista alimentare, per aiutarli a rinforzare il proprio sistema immunitario?
Ne abbiamo parlato con il prof. Pier Paolo Mussa, uno dei più qualificati esperti nell’alimentazione di cani e gatti a livello europeo.

 

D. Professore, cani e gatti possono essere soggetti ad acciacchi o malanni di stagione come gli esseri umani?

R. Gli animali domestici, come gli esseri umani ed altri animali, hanno una zona di cosiddetto “benessere termico”, che corrisponde a una temperatura ambientale in cui stanno bene e non hanno né freddo né caldo. Tale temperatura, nei cani a pelo corto, si colloca intorno ai 20 °C, mentre in quelli a pelo lungo sta sotto i 15°C. Bruschi scostamenti da questi parametri possono causare problemi, soprattutto all’apparato respiratorio. I cani di città inoltre, per questioni di altezza, sono più esposti all’azione nefasta dello smog. Per attutire lo sbalzo termico si può utilizzare una adeguata copertura dell’animale; si tenga inoltre presente che l’attività fisica produce calore e quindi, ove possibile, la corsa in libertà è migliore della condotta a guinzaglio. Il freddo può modificare le esigenze alimentari, che possono essere influenzate da altri fattori quali il tipo di pelo dell’animale o i ricoveri di cui dispone. Un cane tenuto in un ambiente esterno, alle nostre latitudini, può necessitare del 30-50% in più di energia. Bisognerà quindi aumentare le quantità di cibo oppure arricchirlo di grassi. Un cane tenuto in appartamento non necessita di alcun intervento.

D. In quale modo la dieta può influire sulla resistenza a certe patologie?

R. Quando la temperatura dell’ambiente in cui l’animale vive si discosta da quella ideale il fabbisogno di energia aumenta per compensare le perdite dovute al consumo energetico necessario a mantenere costante la temperatura corporea. Questa operazione incide anche sul consumo di altri nutrienti quali alcune vitamine e minerali che svolgono importanti azioni metaboliche. Un esempio: la vitamina E e lo zinco hanno una forte influenza sul sistema immunitario; la loro carenza lo può compromettere e quindi può facilitare l’insorgenza di molte malattie. Entrare nei dettagli sarebbe troppo lungo, basti sapere che lo zinco, per esempio, fa parte di circa 200 sistemi enzimatici e cioè di quelle operazioni che rendono possibile il corretto funzionamento dell’organismo.

 

D. Ci sono particolari alimenti da utilizzare in tal senso?

R. Alcuni oli di semi sono ricchi di vitamina E, mentre lo zinco è presente soprattutto nelle carni e, più ancora, in alcune frattaglie quali il fegato. Per arricchire le razioni di questi importanti nutrienti si utilizzano però dei prodotti specifici, sali minerali (ossidi, solfati, chelati di zinco) ed estratti vegetali quali i tocoferoli, che sono i precursori della vitamina E che gli animali domestici riescono facilmente a trasformare in tale vitamina. Essi consentono, tra l’altro, di dosarli accuratamente e quindi di coprire i loro fabbisogni, che oggi sono ben conosciuti. Le normative vigenti impongono la dichiarazione della loro introduzione negli alimenti completi e complementari. Questa dichiarazione è visibile a livello delle etichette e costituisce una garanzia della loro presenza nelle razioni.

D. Quali sono i sintomi di un abbassamento delle difese immunitarie nell’animale dei quali anche noi possiamo accorgerci?

R. Il sistema immunitario è una sorta di esercito deputato alla difesa dell’organismo. Come l’esercito, è costituito da diversi corpi, ciascuno dei quali svolge un’azione specifica. Alcuni esami del sangue aiutano il veterinario a formulare una diagnosi in merito. Più in generale, l’insorgenza di infezioni che si sviluppano e ricorrono frequentemente o che si manifestano in forma più grave e persistono più a lungo del solito può far emergere il sospetto di una immunodeficienza.
Esistono immunodeficienze primarie, di origine genetica; un esempio è l’Acrodermatite letale del Bull Terrier, dovuta a un’alterazione del metabolismo dello zinco. Oppure secondarie, ad esempio quelle dovute a malnutrizione, generale o legata alla mancanza di specifici nutrienti, quali quelli elencati sopra. Anche una forte riduzione del peso può indurre una immunodeficienza. Negli esseri umani, ad esempio, si stima che una riduzione del peso corporeo dell’80% rispetto a quello raccomandato possa provocare una immunodeficienza.