È arrivato l’inverno e dobbiamo proteggere noi e i nostri amici a quattro zampe. A cominciare dall’alimentazione. Ecco i consigli del prof. Pier Paolo Mussa, uno dei più qualificati esperti nell’alimentazione di cani e gatti a livello europeo.
Gli animali domestici, come gli esseri umani ed altri animali, hanno una zona di cosiddetto “benessere termico”, che corrisponde a una temperatura ambientale in cui stanno bene e non hanno né freddo né caldo. Tale temperatura, nei cani a pelo corto, si colloca intorno ai 20 °C, mentre in quelli a pelo lungo sta sotto i 15°C. Bruschi scostamenti da questi parametri possono causare problemi, soprattutto all’apparato respiratorio. I cani di città inoltre, per questioni di altezza, sono più esposti all’azione nefasta dello smog. Per attutire lo sbalzo termico si può utilizzare una adeguata copertura dell’animale; si tenga inoltre presente che l’attività fisica produce calore e quindi, ove possibile, la corsa in libertà è migliore della condotta a guinzaglio. Il freddo può modificare le esigenze alimentari, che possono essere influenzate da altri fattori quali il tipo di pelo dell’animale o i ricoveri di cui dispone. Un cane tenuto in un ambiente esterno, alle nostre latitudini, può necessitare del 30-50% in più di energia. Bisognerà quindi aumentare le quantità di cibo oppure arricchirlo di grassi. Un cane tenuto in appartamento non necessita di alcun intervento.
Al contrario, quando la temperatura dell’ambiente in cui l’animale vive si discosta da quella ideale il fabbisogno di energia aumenta per compensare le perdite dovute al consumo energetico necessario a mantenere costante la temperatura corporea. Questa operazione incide anche sul consumo di altri nutrienti quali alcune vitamine e minerali che svolgono importanti azioni metaboliche. Un esempio: la vitamina E e lo zinco hanno una forte influenza sul sistema immunitario; la loro carenza lo può compromettere e quindi può facilitare l’insorgenza di molte malattie.
Per quanto riguarda i singoli alimenti, va ricordato che alcuni oli di semi sono ricchi di vitamina E, mentre lo zinco è presente soprattutto nelle carni e, più ancora, in alcune frattaglie quali il fegato. Per arricchire le razioni di questi importanti nutrienti si utilizzano però dei prodotti specifici, sali minerali (ossidi, solfati, chelati di zinco) ed estratti vegetali quali i tocoferoli, che sono i precursori della vitamina E che gli animali domestici riescono facilmente a trasformare in tale vitamina. Essi consentono, tra l’altro, di dosarli accuratamente e quindi di coprire i loro fabbisogni.
Facciamo attenzione ad alcuni sintomi e corriamo ai ripari: il sistema immunitario è una sorta di esercito deputato alla difesa dell’organismo. Come l’esercito, è costituito da diversi corpi, ciascuno dei quali svolge un’azione specifica. Alcuni esami del sangue aiutano il veterinario a formulare una diagnosi in merito. Più in generale, l’insorgenza di infezioni che si sviluppano e ricorrono frequentemente o che si manifestano in forma più grave e persistono più a lungo del solito può far emergere il sospetto di una immunodeficienza.
Esistono immunodeficienze primarie, di origine genetica; un esempio è l’Acrodermatite letale del Bull Terrier, dovuta a un’alterazione del metabolismo dello zinco. Oppure secondarie, ad esempio quelle dovute a malnutrizione, generale o legata alla mancanza di specifici nutrienti, quali quelli elencati sopra. Anche una forte riduzione del peso può indurre una immunodeficienza.